- I tori -

I tori plasmati da Mario Bertozzi in oltre vent’anni di assiduo lavoro sono migliaia ma ognuno di essi è un’assoluta novità. La bestia, assurta a simbolo della forza bruta, creata dall’artista romagnolo non è mai la stessa e quindi nella sua produzione non c’è monotonia. Sotto la pelle, tesa, dei suoi tori di bronzo, a volte neri come colata lavica, i muscoli guizzano, s’ingrossano, sempre pronti ad esplodere. I tori di Bertozzi non sono quasi mai quelli mitici, di Creta, o i Miura spagnoli che scendono nell’arena già perdenti e che esalano l’ultimo respiro in un tripudio di sangue, di colori, di grida festanti. I tori di Mario Bertozzi sono quelli romagnoli: alti, pesanti, gli occhi iniettati di sangue e con una enorme carica sessuale. Tutto ciò diventa chiaro se si osservano alcune sculture dell’ultimissimo periodo. Da vero protagonista, il toro bertozziano tavolta sembra ripiegare su se stesso, quasi a voler sfatare coloro che lo tacciano di bruto. Impronta, questa, non dimenticabile e che rispecchia l’io più profondo e segreto di un’artista estroverso solo in apparenza.
Luciano Foglietta

…Quando affronta temi quali “La morte del Toro” che dovrebbe far sparire segni e simboli di vita, Bertozzi riesce a “rendere ugualmente la tensione vitale che ha dentro di sé”. Sono le forme, ben costruite e piacevolmente armonizzate, che gli consentono di tradurre in modo visivo e a tutti evidente il profondo e valido senso della vita che egli “soffre” e “gode” nella sua intimità.
Luigi Cavadini

Nei tori potenti e superbi di energia, nella materia è imprigionata la forza primigenia delle viscere della terra, forza che freme, scroscia ed esplode in un empito di ribellione e di dolore innanzi al dramma, al terrore della morte. Ansia e domanda di vita e di morte nell’arte di Bertozzi, espresse nei momenti migliori e più sentiti, con compiutezza di stile e fonda sensibilità. V’è in Bertozzi l’urgenza d’impadronirsi del segreto imprigionato nelle forme, negli archetipi eterni della natura, che forse è un segreto d’armonia universale.
Bruna Solieri Bondi