La Forza Primordiale insita nella serie di dipinti denominata Uragani, del poliedrico artista Mario Bertozzi, sembra evocare la runa protogermanica Uruz, il cui significato letterale è “Uro”, il mitico animale cornuto, il bove primordiale, che custodisce la Porta di Ishtar a Babilonia così come compare tra le prime rappresentazioni dell’arte nelle pitture rupestri di Lascaux.
Quasi onnipresente nella produzione artistica del pittore-scultore, l’Uro, nel suo segno archetipico, rivela anche lo scatenarsi delle forze celesti: “Ur” è infatti anche pioggia, tempesta, e qui, per estensione, l’uragano, la turbinante potenza panica che domina i cieli apocalittici dell’Autore.
Al di sotto di queste oscure manifestazioni di energia nera, gli esseri umani e gli animali non sono altro che tratti tremolanti, scarabocchi in balia del potere dirompente, sovrannaturale del gorgo celeste, vergati da una mano che sembra essa stessa terrorizzata da quanto sta creando. Le città sullo sfondo sono macerie, uomini e animali talvolta impegnati in improvvisate battaglie, fughe disordinate o lente processioni. La fine del mondo, avvolta dalle colorazioni cupe eppur lisergiche, contaminate e maligne, evocate dal pennello di Bertozzi, riesce a pervertire ogni cosa in un catastrofico carnevale del cui caos primigenio l’uragano è, per l’appunto, il portavoce e il grande dispensiere.
Fabio Todeschini